Automazione all’ennesima potenza con la cella P-Robot di Salvagnini

2022-06-25 11:21:13 By : Ms. Fiona hu

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Le pannellatrici sono in grado di realizzare pieghe impensabili utilizzando tecnologie tradizionali.

P-Robot è più della semplice somma di un robot e di una pannellatrice Salvagnini: il sistema offre un approccio più flessibile al lavoro, massimizzando la produttività nella piegatura della lamiera.

Nelle moderne officine meccaniche si è alla costante ricerca di efficienza e produttività. Lo sviluppo dell’automazione industriale ha permesso negli ultimi decenni di ridurre tempi e costi di produzione e di incrementare la qualità dei prodotti finiti, spesso a discapito della flessibilità. Per Salvagnini non è mai stato così: l’automazione è sempre stata flessibile e anche kit e lotti unitari possono essere realizzati da impianti parzialmente o completamente automatici. E oggi, ancora una volta, il costruttore vicentino amplia la proposta tecnologica strizzando l’occhio all’efficienza produttiva.

L’organo di presa ribaltabile, collegato al polso del robot, consente di scaricare il pezzo piegato e posizionare un nuovo sviluppato grezzo in una singola fase.

Nel mondo della lavorazione della lamiera, Salvagnini ha contribuito nel corso degli anni allo sviluppo di diverse innovazioni. Il cavallo di battaglia dell’azienda vicentina sono proprio le pannellatrici, capaci di assicurare un elevato livello di produttività e automazione nella piegatura del metallo senza rinunciare alla flessibilità.

Già dagli anni ’90 Salvagnini si confronta con gli asservimenti robotizzati, utilizzando robot antropomorfi e cartesiani per accelerare ulteriormente i processi e rispondere alle esigenze di un mercato in rapida trasformazione. Oggi le variabili in gioco sono cresciute e non è sufficiente considerare semplici parametri di lavoro. Interrompere un flusso produttivo già avviato per sostituirlo con un altro più urgente, utilizzare materiali diversi rispetto a quelli previsti nella joblist o gestire forniture che tardano ad arrivare sono casistiche che si incontrano con sempre maggiore frequenza.

P-Robot è un’applicazione composta da una pannellatrice asservita da un robot che integra una serie di funzioni chela rendono ideale per rispondere alle esigenze dello scenario manifatturiero attuale.

“Affrontiamo da tempo il tema della robotica applicata alla lavorazione della lamiera”, spiega Nicola Artuso, Product Manager Salvagnini per le tecnologie di piegatura. “Volevamo però una soluzione smart, molto più semplice di quelle disponibili sul mercato: sia da programmare, sia da utilizzare. Capace, insomma, di valorizzare al massimo la produttività delle nostre pannellatrici, inclusi i modelli più compatti”.

La P-Robot, estremamente compatta, installata nel Campus Salvagnini a Sarego, è composta da una pannellatrice P1 asservita da un robot FANUC con capacità di movimentazione di 30 kg al polso.

Chi ha l’opportunità di visitare il Campus Salvagnini a Sarego, in provincia di Vicenza, può apprezzare l’estrema compattezza della P-Robot. Una configurazione simile è stata in mostra nello stand Salvagnini in occasione della fiera LAMIERA di Rho, presso Milano: nel layout proposto, P-Robot era composta da una pannellatrice P1 asservita da un robot FANUC con capacità di movimentazione di 30 kg al polso. A Milano P-Robot era inoltre parte di una cella di piegatura flessibile, composta anche da una pressa piegatrice B3. Una rulliera consentiva al piegatore di prelevare rapidamente i componenti già parzialmente piegati da P-Robot che richiedevano, per particolari vincoli geometrici, l’utilizzo di una pressa piegatrice per completare alcune pieghe. La collaborazione tra pannellatrice e pressa piegatrice era possibile grazie a OPS, il software modulare per la gestione della produzione.

Naturalmente, P-Robot è altamente configurabile: macchina e robot vengono scelti in base alle specifiche esigenze applicative del cliente, come la dimensione dei particolari da realizzare o il peso della lamiera da movimentare. “P-Robot, pur rispondendo a molteplici necessità, sta già riscuotendo particolare interesse presso i terzisti e i produttori di mobili metallici”, prosegue Artuso.

Un altro punto di forza riguarda l’offerta integrata: P-Robot viene configurata, fornita e installata da Salvagnini, senza che debba intervenire un system integrator. Un dettaglio non trascurabile, che permette di ottenere il massimo dalla pannellatrice robotizzata. Conoscere sia la macchina sia il processo consente, infatti, di fare scelte più oculate nella configurazione dell’impianto, un valore aggiunto che anche il più capace integratore difficilmente può vantare.

 P-Robot è, per la sua natura ibrida, pensata per adattarsi a diversi contesti operativi.

Dando ormai per assodate la produttività e l’affidabilità delle moderne macchine utensili, in Salvagnini si sono concentrati anche sui dettagli per migliorare ulteriormente il rendimento di P-Robot. Ad esempio, l’organo di presa ribaltabile collegato al polso del robot è composto da una serie di ventose posizionate su due piani opposti. Una semplice rotazione consente con un solo movimento del robot di scaricare la macchina dal pezzo piegato e posizionare un nuovo sviluppato grezzo. Senza quest’organo di presa ribaltabile sarebbero necessari ulteriori movimenti del robot, con un impatto evidente sul tempo ciclo. Non solo: il dispositivo di carico si occupa anche dello sfogliamento e del centraggio della lamiera in tempo mascherato.

Come già avviene con le altre pannellatrici Salvagnini, la programmazione viene svolta tipicamente in ufficio tecnico utilizzando il software STREAMBEND, che invia poi il programma alla pannellatrice P1. Il supervisore di cella MOVE analizza automaticamente il programma, ricava le dimensioni dello sviluppato e del pannello finito e propone autonomamente le traiettorie di movimento del robot. L’operatore dovrà semplicemente confermare o, se necessario, modificare alcune posizioni di verifica per completare la programmazione del robot. MOVE gestisce autonomamente anche i movimenti intermedi del robot tra una posizione da verificare e la successiva.

Si tratta quindi di una attività semplice e interattiva che, contrariamente al tempo necessario per il teaching tradizionale, consente di gestire il ciclo del robot rapidamente. Con un ulteriore beneficio: oltre ad assicurare un sostanziale risparmio di tempo, questa funzione risponde alla difficile reperibilità di figure professionali specializzate, un altro tema di grande attualità per le aziende.

 P-Robot è più della semplice somma di un robot e di una pannellatrice Salvagnini.

Un altro punto di forza di P-Robot è la sua natura ibrida, pensata per adattarsi a diversi contesti operativi. “Abbiamo pensato a una soluzione capace sì di robotizzare il processo su una macchina nata per il carico e scarico manuale, ma nello stesso tempo che lasci la possibilità di utilizzarla in manuale”, aggiunge Artuso. “I programmi di pannellatura possono essere utilizzati indistintamente per una pannellatrice asservita da robot o su una senza asservimento. Ci sono infatti situazioni nelle quali non è necessario l’impiego del robot: penso alla produzione di lotti unitari, o alla realizzazione in urgenza di un particolare. In questi casi, è più snello e più efficiente contare sull’operatore per il carico/scarico”.

In turni non presidiati, o in contesti produttivi in cui un singolo operatore controlla numerosi sistemi, P-Robot lavora in modalità R2R (Robot to Robot) occupandosi di carico, scarico e dell’eventuale impilamento delle parti. Senza richiedere riattrezzaggio, può effettuare il solo carico dello sviluppato assegnando all’operatore lo scarico del pannello piegato (modalità R2H, Robot to Human). Si tratta di una strategia vantaggiosa se l’operatore deve completare la lavorazione del pannello in una stazione di lavoro differente, come su una pressa piegatrice o su una saldatrice.

In modalità H2R (Human to Robot) è l’operatore a caricare lo sviluppato sul campo di lavoro, mentre al robot è affidato il compito di scaricare il pannello a fine ciclo.

“Talvolta le aziende cercano la produttività a livello di singola macchina e non di intero processo”, prosegue Artuso. “Spingere al massimo con una pannellatrice solo per accumulare particolari da finire su una macchina più lenta non offre alcun vantaggio. Pensiamo sia fondamentale valutare l’efficienza guardando all’intero processo produttivo, considerando magari il redesign di un pezzo per eliminare alcune delle fasi produttive successive. Le pannellatrici sono in grado di realizzare pieghe davvero impensabili con tecnologie tradizionali: ripensare il design di un prodotto conoscendo la possibilità tecnologiche può essere un punto di svolta, per quanto riguarda l’efficienza. Alcuni nostri clienti oggi realizzano, con la sola pannellatrice, componenti che prima richiedevano la produzione di due parti in lamiera diverse in due processi distinti, e il loro successivo assemblaggio. Persino l’orientamento della P-Robot rispetto al layout di fabbrica può incidere sull’efficienza complessiva. Sono tutti fattori che prendiamo in considerazione quando analizziamo i desiderata dei nostri clienti: è il vantaggio di conoscere a fondo macchine e processi”.

FOCUS: PICCOLA PANNELLATRICE, GRANDI QUALITÀ

A proposito di P1, la prima qualità che spicca osservandola è la sua compattezza.

È pensata per realizzare particolari fino a 1.250 mm di lunghezza e 127 mm di altezza, e i progettisti Salvagnini sono riusciti a ridurne l’ingombro a terra (la sola macchina occupa circa 8 m2) e i consumi (massimo 3 kW).

P1 è completamente elettrica, a tutto vantaggio dell’impatto ambientale, ed è equipaggiata con utensili di piega universali, che si adattano automaticamente alla geometria del pannello. Non sono necessari fermi macchina per il riattrezzaggio manuale, rendendone conveniente l’impiego anche per la produzione di kit o di lotti unitari. La sensoristica evoluta a bordo macchina è in grado di riconoscere le caratteristiche dei materiali e dell’ambiente esterno, permettendo a P1 di adattarsi automaticamente alle variazioni, azzerando scarti, correzioni o costose riprese fuori linea. ©TECN’È

Alla fiera LAMIERA, P-Robot era parte di una cella di piegatura flessibile composta anche da una pressa piegatrice B3.

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